METICCI
appena tornato, inorridito dalle testate dei vari quotidiani, ma pronto a riprendere bene la situazione, riporto il seguente articolo di Daniela, che condivido appieno.
Secondo il prof. Pera, presidente del Senato e seconda carica dello Stato italiano, il rischio più alto che possa correre l’Europa è di affogare nel “meticciato”.
Qualcuno ha già scritto che Pera usa termini fallaciani (ricordate la mitica Eurabia?). E sbaglia: prima di lui, già Benito Mussolini si era scagliato contro il “meticciato ebraico” che inquinava la sana razza italiana e i suoi valori; e reagì all’“intollerabile” commistione con le misure che sappiamo.
Naturalmente Pera non ne fa solo un discorso di stirpe (ma noi credevamo che parole come questa, insieme col menzognero concetto di razza coniato nell’Ottocento, appartenessero ormai all’archivio delle nostre vergogne verbali): il suo discorso è più ampio e più esteso, e tocca in primo luogo il relativismo. E cos’è il relativismo per Pera? E’ il dialogo con le altre religioni, in particolare con l’Islam (che, nell’ottica del nostro imparziale presidente e contrariamente alle parole del Papa, è sempre e comunque sanguinario e guerrafondaio); di conseguenza i “pacifisti” sono più o meno dei criminali. E’ l’assenza di ogni vincolo morale, come dimostra la persecuzioni delle “lobby gay” verso il prof. Buttiglione (e anche, curiosamente ma non troppo, la legge francese contro il velo islamico in Francia). E’ l’affermazione che tutte le culture sono uguali, anzi, “si possono comparare”. E’, in definitiva, l’ignobile confusione che Pera opera tra indifferenza inerte e problematicità odierna, tra coraggio e paura, tra forza e prepotenza. Chi accetta il confronto, caro presidente Pera, è proprio chi non si sente assediato, ma chi conosce le proprie radici e in virtù di quelle si relaziona, in parità e senza cedimenti, di fronte al proprio vicino. Chi accetta il confronto sa che in ogni civiltà esiste un momento umanista dove potersi intendere e cominciare a specchiarsi con franchezza e onestà. Chi guarda al futuro non lo teme, ma lo affronta. Non con la guerra che a Lei piace tanto, ma con le armi della cultura e libero da pregiudizi. E ce lo lasci dire, presidente Pera: se la nostra superiorità bianca, occidentale e maschile si misura in termini di “meticciato” (etnico, religioso e/o culturale) siamo ben felici di non appartenere a un’umanità come la Sua.