una mano con tre d

accennerò qui ad uno dei motivi che mi avevano attirato a San Francisco.

la società stava cambiando a ritmi vertiginosi, trainata sopratutto dalla velocità della tecnologia.

cambiamenti non sempre positivi. infatti la povertà e la disoccupazione e la solitudine crescevano molto più che la ricchezza distribuita, la piena occupazione e il senso di fratellanza.

ma proprio nuove tecnologie potevano essere usate intenzionalmente per dare a questo cambiamento una direzione più interessante.

la base di partenza fu la connessione. l’umanità nel giro di pochi lustri si era ritrovata connessa. fossero telefoni cellulari o internet.

seconda cosa fu un linguaggio comune: ogni essere umano conosceva almeno un modo per comunicare con qualsiasi altro essere umano sulla terra (fosse una lingua, una tecnica di disegno o di espressione musicale)

se molti non riuscivano ancora ad adattarsi a questi cambiamenti, un buon numero di persone capirono che non era buona cosa andare contro l’evoluzione delle cose, e iniziarono a sviluppare progetti per creare nuovi posti di lavoro, per ridistribuire la ricchezza, per preservare e diffondere la conoscenza, per far capire che senza attiva e sentita collaborazione, l’essere umano non sarebbe andato molto lontano.

e cosí in India svilupparono un completo sistema di simulazione di ospedali, dove un aspirante infermiere, medico, operatore d’ufficio, direttore di strutture mediche potevano imparare, testare e collaudare il loro futuro lavoro finche non erano pronti per la realtá, senza il rischio di compromettere una vita per inesperienza.

dall’altra parte del mondo, i costruttori di ponti, consapevoli che la successiva manutenzione era fondamentale per evitare disastri, oltre al ponte vero creavano anche una versione fedelissima virtuale, con i quali i futuri ispettori per la manutenzione potessero addestrarsi per poi non dimenticarsi il minimo dettaglio.

questi personaggi erano sopratutto consapevoli della crescita esponenziale che avrebbero avuto la costruzione di ospedali e di ponti, data la veloce crescita demografica in corso, e che la formazione di personale qualificato era un processo complesso.

altri gruppi di studio usavano gli spunti fino allora usati nei videogiochi solo per divertimento per simulare scenari di sviluppo urbano, e quindi valutare coadiuvati da fedeli rappresenzazioni virtuali e intelligenza artificiale, dove conveniva costruire nuovi treni, viabilitá, spazi residenziali o di lavoro.

alcuni archeologi avevano trovato in un punto di difficile accesso del Messico una delle più antiche meridiane / calendari solari dell’umanitá. scoperta impressionante. ma come farla conoscere al mondo, e sopratutto ai bambini? magari con una felede ricostruzione virtuale, dove poter anche modificare il calendario per vedere come funzionava quell’opera.

tutto questo aveva abbastanza senso.

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Stefano Cecere
Stefano Cecere
Ricercatore, Sviluppatore, Educatore, Attivista, Umanista, Papà.

Ricerco, Sviluppo e Condivido nell’intersezione tra Giochi, Educazione, Tecnologie Digitali, Creatività, Filosofia e attivismo per una Politica Progressista 2050. E papà 2x

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